In questi giorni si vedono meno persone per strada… Sarà la paura? Paura poi di cosa? Di una multa o di un contagio? E allora come mai, prima dell’ennesima stretta del governo, continuavano a vedersi persone a passeggio in luoghi quantomeno inappropriati o leggermente sovraffollati? Veramente le probabilità di contagio sono salite così vertiginosamente dopo l’intervento del premier in televisione? Mi è venuto così in mente un libro che ho letto parecchio tempo fa, “Premi e Punizioni” del mitico (almeno a mio modesto parere) Piero Angela (ce ne fossero di vecchietti come lui, sempre a mio modesto parere…). Qual’è il premio del rimanere a casa, e qual’è la punizione? Pensiamoci un attimo.. Il premio: sentirsi più al sicuro dal virus, avere più tempo per se (ma chi vogliamo prendere in giro, il tempo per noi stessi lo impieghiamo uscendo e dedicandoci alla nostra vita sociale), fare la cosa giusta (occhio a quest’ultimo punto, ci arrivo fra un attimo), dedicare tempo alle faccende che restano sempre indietro presi dalla nostra vita frenetica. La punizione: limitare la nostra libertà, sostanzialmente e sopra ogni altra cosa, nelle varie forme, che vanno dal fare sport, al bere un aperitivo, al guardare una partita di calcio allo stadio (non sono un tifoso ma conosco gente disperata per questo), al frequentare gli amici, e via discorrendo. Queste cose sono in equilibrio dinamico fra di loro, quando prevale una usciamo (rischiando magari una bella multa, che secondo me dovrebbero elargire come non ci fosse un domani, e non vorrei portare rogna), quando prevale l’altra restiamo a casa. E qui qualcuno verrà fuori dicendo: io faccio il bravo cittadino, faccio la cosa giusta. Sono altruista, penso al bene della collettività. Eh no, signore, è qui che casca l’asino. Una cosa che in questo libro è spiegata in maniera semplice, e che mi è rimasta impressa, perché sinceramente non ci avevo mai pensato. Anche quando crediamo di essere altruisti, di fare la cosa giusta, siamo degli stramaledetti egoisti. Eh già, perché facendo la cosa giusta per i nostri principi attiviamo quel meccanismo di soddisfazione grazie al quale il nostro cervello rilascia delle sostanze (non chiedetemi altro, non sono un medico) che ci fanno sentire bene. Quindi in realtà facciamo una cosa che sembra essere per noi un sacrificio perché in realtà “ci fa stare bene” (avete presente la canzone di Caparezza?) perché corrisponde ai nostri valori. Di qui l’importanza di educare seguendo dei valori, insegnando dei principi, che non sono dogmi assoluti, ma che vanno sempre analizzati e all’occorrenza messi in discussione usando la propria testa. Un po’ come fanno i personaggi dei miei libri, facendo a volte anche errori che costano caro…

La punta della Spada Nera era a un centimetro
dalla sua gola.
– “Avanti, uccidimi, cosa aspetti… mi hai tolto tutto…”
– “Non ancora… ho altri progetti… Non manderò spre​cata la tua abilità…”, dis​se la voce
.

(…) …vide uscire un’ombra dalla porta, con due occhi rossi infuocati nel mezzo, che si dirigeva verso di lui e lo investiva. Poi sentì un qualcosa di malvagio entrargli nella mente, impossessarsi del suo cor​po.
– “Cosa ho fatto…”, furono le ultime parole che riuscì a pro​nuncia​re.

(Roberto Donini – Il Regno Parallelo)

Ma in fondo ci sta, fa parte del gioco… E allora speriamo che questo “gioco”, e tanti altri, finiscano bene, e che i giocatori siano all’altezza.